Fabiola Stevani
In seguito al mio articolo sul Covid-19, ho ricevuto questa testimonianza da parte di una cara amica che, per ragioni di privacy, ha chiesto esplicitamente di restare anonima.
“Sono una persona più a rischio in caso di contagio. Da mercoledì mi sono messa in quarantena, un po’ perché sono raffreddata (in modalità apnea continua), un po’ perché il mio medico mi ha detto chiaramente: “Non devi uscire“.
Sono una persona più a rischio in caso di contagio. Leggo tutti i giorni, a qualsiasi ora, notizie sul virus. Leggo tutti i giorni anche le sciocchezze di gente che non capisce il rischio enorme che c’è ora in Italia e ne sottovaluta la portata.
Sono una persona più a rischio in caso di contagio. Ho avuto negli anni due pneumotorace e i miei polmoni non sono esattamente delle rocce. So cosa si prova ad avere i polmoni collassati, la mancanza di forza, l’affanno, il senso di vertigine dopo soli cinque scalini fatti, la mancanza di fiato pur restando sdraiati nel letto.
Sono una persona più a rischio in caso di contagio. Le persone fuggite da Milano, dopo che questa era stata dichiarata zona rossa, non capiscono il danno enorme che possono aver provocato. I nostri ospedali sono al collasso. E se anche uno solo di loro risulterà positivo al virus, avrà sicuramente contagiato molti di quelli con cui è stato a contatto sul quel maledetto treno. Un treno che non sarebbe dovuto partire.
Sono una persona più a rischio in caso di contagio. Ma nessuno può sentirsi immune a questo virus.”
C.R.
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