
Lara Boreri
In questi giorni la parola isolamento è sulla bocca di tutti, sono certa che ognuno di noi la pronuncia almeno un paio di volte al giorno. Alcuni di noi hanno la fortuna di non essere soli, di essere insieme alla famiglia. Ma c’è anche chi, come me, vive solo: in questo caso la parola “isolamento” diventa un gigante, che riempie le giornate. In casa c’è sempre quel silenzio assordante, quel vuoto che riempie ogni angolo. Vuoto e silenzio che in circostanze normali possono essere rotti, basta uscire di casa o invitare un amico, ma che ora sono una presenza ingombrante.
Come provare a spezzare questo silenzio? Fortunatamente siamo nel 2020 ed esiste internet. Ultimamente ho rivalutato molto Skype, l’avevo sempre usato solo per qualche colloquio di lavoro ogni tanto o per qualche intervista a persone che non potevo raggiungere fisicamente, ma non era mai entrato nella mia vita quotidiana. Da quando è iniziato l’isolamento, però, mi sono accorta che è forse l’unico spiraglio che mi fa intravedere quella che solitamente è la mia quotidianità. Allora via libera a videochiamate lunghe ore, a volte senza nemmeno parlare, mentre ognuno fa ciò che farebbe se fossimo in una situazione ordinaria. Ma almeno dà la sensazione di non essere isolata da sola. Ormai al mattino è di rito prendere il caffè con almeno 4-5 amici, leggere il giornale tutti assieme e poi spesso lasciare la webcam accesa per tutta la mattina, mentre ognuno fa ciò che farebbe normalmente. A volte basta dare uno sguardo al tablet per vedere che non sono da sola.
Molti potrebbero pensare che questo voglia dire essere maniacalmente attaccati a internet, esserne dipendenti. Per me invece vuol dire cercare di rendere questo isolamento più leggero, di provare a rendere le mie 4 mura meno strette, di “evadere” dalla solitudine. Skype non risolve certo tutti i problemi, non è come avere qualcuno fisicamente accanto. Non può e non potrà mai sopperire alla presenza fisica, ma in questo momento basta a rendere il silenzio meno assordante.
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